Cebu e Malapascua fra terra e mare

Testo e foto di Renato La Grassa

Decidere la meta di questo nuovo viaggio turistico-subacqueo non è stato semplice,  essendo l’arcipelago delle Filippine composto da più di 7.000 isole, di cui circa 4.000 abitate, raccolte in tre grandi gruppi: LuzonVisayas e Mindanao ciascuno con le proprie specificità culturali e ambientali. Così, dopo varie riflessioni, la scelta è caduta su Malapascua e Cebu,  due isole molto diverse fra loro ma in grado di proporre un’ampia offerta di servizi , tale da soddisfare le differenti esigenze di un gruppo eterogeneo come il nostro, composto da 14 persone fra sub, non sub, fotografi, amanti dell’avventura e chi invece alla ricerca di solo relax.

Malapascua, prima meta del nostro viaggio, ci ha sorpreso per molteplici fattori: la bellezza simile a quella di un’isola maldiviana con spiagge bianche e palme e una fitta vegetazione all’interno,  la ricettività alberghiera così accogliente e genuina, il sorriso dei suoi bambini e la semplicità della sua gente, tanto povera quanto contraddistinta da una dignità e cordialità sorprendenti.

Mi sono innamorato di quest’isola perché dal primo istante che vi ho messo piede mi sono sentito subito a mio agio. Malapascua ha un clima mite e non esiste un vera e propria stagione delle piogge, come accade invece nelle isole di Luzon e Mindoro. E’ bella sopra e sotto la superficie del mare, a partire dalla terraferma dove le auto non esistono, sostituite da biciclette e qualche scooter, seppure la maggioranza della popolazione circoli tranquillamente a piedi.

Passeggiare per i villaggi permette di entrare in contatto con la vita sociale dei locali, osservare i bambini mentre giocano, fare shopping nei vari negozietti, acquistare articoli di artigianato locale da qualche venditore ambulante, o assistere all’entusiasmo e agli incitamenti degli spettatori durante un  combattimento di galli,  un’antica tradizione di questo paese.

La ricettività alberghiera offre soluzioni per tutte le tasche,  dalla piccola pensione al resort elegante con SPA. Noi abbiamo alloggiato presso l’Hotel Ocean Vida Beach Resort e il Buena Vida Resort, entrambi ottime soluzioni con la differenza che il primo si trova proprio sulla spiaggia, sopra il diving Sea-explorers al quale ci siamo appoggiati per le nostre uscite in mare, mentre il secondo, che dista pochi passi ed è leggermente più interno, contempla un ottimo centro benessere al quale può accedere anche il pubblico esterno che non pernotta in hotel.

Il diving center, un centro PADI 5*  presente con più sedi in varie zone delle Filippine, effettua  corsi di tutti i livelli, da principianti a divemaster, con personale altamente qualificato. A disposizione dei subacquei Nitrox ed equipaggiamenti completi a noleggio.

Riguardo alla gastronomia, il cibo è buono e speziato, con numerosi ristorantini presenti ovunque dove si possono gustare piatti tipici della cucina asiatica , ma non mancano ottimi piatti italiani proposti dai ristoranti Amihan e Angelina beach, a base di pasta, carne, pesce, pizza e tanto altro ancora. Imperdibili gli happy-hour con cocktail al tramonto o frullati di frutta tropicale, ai quali è impossibile rinunciare.

La generosità di Malapascua prosegue ovviamente sott’acqua, riservando ai sub immersioni mozzafiato. A partire dal magnifico squalo volpe, assiduo frequentatore dei suoi fondali, per proseguire con i relitti e tutta la magnifica microfauna che popola le  barriere coralline, con una star di punta rappresentata dal ricercatissimo Manadarin Fish, molto grazioso nei suoi caroselli di corteggiamento.

Nella prima giornata del nostro soggiorno abbiamo in programma tre check dive  a Lapus, Quilliano e Light House, tre classici punti di immersione molto semplici con fondali intorno ai venti metri di profondità.

Nei tre posti visitati abbiamo notato una discreta presenza di pesce di barriera, fondali con tratti di colore alternati ad altri più monocromatici, e diverse specie da macrofotografia come nudibranchi, cavallucci, crinoidi e piccoli labridi.

Monad Shoal .Per osservare lo squalo volpe ci si alza la mattina presto,  con ritrovo al diving intorno alle 4.30. A bordo di un’imbarcazione tipica a bilanciere, in poco più di mezz’ora di navigazione si raggiunge Monad Shoal, una secca che è in realtà la sommità di un’isola sommersa, con il cappello a -16 metri che degrada fino a -32. Ci si apposta qui, a  qualche metro dal drop off oltre al quale la barriera precipita nel blu. Di norma sono sufficienti pochi minuti per  vederli arrivare, ma ovviamente l’incontro non è sempre garantito. Instancabile nuotatore, risale con andatura  sinuosa da grandi profondità per raggiungere le cleaning station per farsi liberare dai parassiti.

E’ un’emozione incontenibile avvistare questa splendido animale, distinguibile dalle altre specie di carcarinidi grazie alla sua lunghissima coda grande quasi metà del suo corpo, gli occhi molto grandi e una bocca con piccoli denti. Gli squali volpe sono presenti tutto l’anno, ma da gennaio a marzo non è escluso l’incontro con i martello, mentre a settembre e ottobre arrivano anche le mante.

KALANGGAMAN . Quest’isola, a circa 40 minuti di navigazione da Malapscua, è un vero paradiso per gli occhi e per l’anima, dalla bellezza struggente e degna dei migliori paesaggi naturalistici. Per tutto il gruppo è stata un’esperienza entusiasmante, perché fare snorkeling nelle sue acque cristalline, camminare lungo le lingue di sabbia bianchissima che lambiscono un mare color smeraldo e godere di un sole cocente, regala sensazioni che non si possono dimenticare.  Sott’acqua siamo nel regno delle gorgonie e del corallo nero. Foreste che insediano ogni centimetro delle pareti che scendono profonde, facendo la gioia dei fotografi e video operatori. L’immersione è tutta concentrata nella ripresa di queste meraviglie di ogni forma, dimensione e colore. Rosa, nere, rosse bianche, gialle. Fantastico. A tratti belle spugne e piccole caverne dove i glass fish regnano indisturbati.

Ripetiamo l’immersione in un altro versante poco distante e la scena si ripete, anche se le gorgonie non hanno la stessa estensione di quelle precedenti. Belle spugne a canne d’organo, enormi spugne rosse a calice (?), e piccola vita di barriera, molto colorata. In risalita una tartaruga fugace fa la sua comparsa ma poi, disturbata dalla nostra presenza troppo invadente, si allontana velocemente.

DOMA MARILYN. Nelle vicinanze di  Malapascua c’è il relitto di una vecchia nave passeggeri, affondata a causa di un violentissimo tifone nel 1988 che causò 200 vittime, con 6 unici superstiti che riuscirono a tornare a terra cibandosi soltanto di alghe galleggianti.

Giunti sul posto, la sgradita sorpresa della cima di boa spezzata probabilmente dai pescatori locali costringe il capitano ad un ormeggio forzato non privo di difficoltà. Finalmente arriva l’ok per procedere con l’immersione, quindi ci immergiamo e verso i 15 metri compare la sagoma di questo relitto, coricato sulla fiancata di destra.

Le strutture metalliche sono interamente accartocciate come per effetto di una tremenda esplosione, il che potrebbe confermare le voci che narrano di cinesi che continuano a depredare il relitto per recuperare il ferro per poi rivenderlo. L’altra fiancata si presenta quasi interamente avvolta da spettacolari foreste di gorgonie, regalando grandi opportunità di ripresa per fotografi e videoperatori.

GATO ISLAND. Un piccolo gioiello verdeggiante  incastonato nel mare delle Filippine, contraddistinto da acque non particolarmente profonde e ricche di tante forme di vita. Alcionari, gorgonie, crinoidi, attinie di ogni forma e dimensione, stelle marine multicolori, e piccoli abitanti di barriera compreso un piccolo serpentello che ha fatto la sua comparsa ma timidissimo si è velocemente dileguato.

E’ anche una zona stanziale di alcuni pinnabianca che frequentano assiduamente queste acque, avvistabili in qualche grotticella isolata o mentre nuotano in acqua libera, e area di passaggio di aquile di mare che questa volta hanno disertato.

CEBU. Dopo cinque fantastici giorni ci congediamo dal nostro piccolo paradiso di Malapascua, per trasferirci a Cebu, precisamente al Tourtle Bay Dive Resort a Moalboal, lungo la costa sud-occidentale di Cebu. Per raggiungere questa destinazione occorrono circa  cinque ore di auto dal piccolo porticciolo di Maya, il punto di imbarco più vicino a Malapascua, percorrendo una strada stretta e molto trafficata che costeggia spesso il mare e attraversa diversi paesini dalle architetture coloniali e  paesaggi dalla vegetazione lussureggiante.

Il Turtle Bay è una struttura molto ben curata immersa in un giardino tropicale. Dispone di stanze e villette di diverse tipologie e molto confortevoli, piscina, spa, due ristoranti, bar, e un attrezzato diving center PADI situato proprio davanti alla baia privata, con bombole da 15 lt, nitrox, noleggio attrezzature e 3 barche a disposizione per uscite di gruppo e escursioni.

Soggiornare a Moalboal si è rivelata una scelta azzeccata, essendo una zona strategica per raggiungere in poco tempo tanti siti d’immersione, la maggior parte dei quali si trovano a pochi metri dalla costa, ed è inoltre un’ottima base di partenza per molteplici escursioni all’interno dell’isola.

Per gli amanti della spiaggia a tutti i costi, non si può perdere una visita alla White Beach a pochi minuti dal centro abitato. Si tratta di una lunga spiaggia di sabbia bianca, non particolarmente attrezzata, dove ci si può rilassare al sole, fare il bagno e lo snorkeling oppure immergersi lungo la barriera corallina che dopo pochi metri dalla spiaggia precipita verticale fino a decine di metri di profondità.

A una ventina di minuti a piedi dall’Hotel c’è Panagsama Beach, dove nel corso degli anni sono sorti molti ristorantini, diving center, pensioni, bar  e negozi di souvenir, trasformando questa piccola realtà locale in un luogo di attrazione e divertimento in grado di offrire a turisti e gente del  luogo la possibilità di mangiare ottimi piatti di pesce a buon mercato, bere e ascoltare musica.

Oltre alla classica visita del mercatino locale di Moalboal, non si può perdere l’escursione alle Kawasan Falls, le cascate più famose e spettacolari delle Filippine, distanti un’ora circa di auto dal paese.  Giunti a destinazione, ci si  addentra  in una foresta meravigliosa percorrendo un sentiero che si sviluppa parallelamente al corso di un fiume dalle acque trasparenti, per raggiungere dopo una quarantina di minuti un laghetto naturale alimentato dalle acque del canyon di Badian, che da decine di metri di altezza precipitano a valle formando le imponenti cascate.

Queste meraviglie della natura si possono osservare sorseggiando una bibita seduti al bar, oppure è possibile noleggiare un caschetto e un giubbotto di salvataggio, per poi tuffarsi nel lago e raggiungere dopo poche bracciate le potenti cadute d’acqua che, viste da sotto, rappresentano uno spettacolo unico e impressionante. I più audaci in cerca di adrenalina, potranno optare per il “canyoning” ovvero discendere il canyon compiendo anche salti di una decina di metri, facendo trekking nella giungla,  per raggiungere finalmente dopo una decina di km le Kawasan Falls.

Il penultimo giorno ci spostiamo a Osbol per vivere l’esperienza di nuotare con lo squalo balena, la cui lunghezza media compresa fra i 10 ed i 15 metri lo classifica come lo squalo più grande del pianeta.  I puristi storgeranno il naso perchè questi innocui bestioni del mare vengono attratti dal cibo offerto loro dai pescatori locali i quali, intuendone il business, ne hanno fatto una fonte di guadagno. Resta pur sempre un’occasione eccezionale anche per i non sub, che si troveranno a fare snorkeling a pochissima distanza da 6-7  affascinanti giganti del mare vivendo un’esperienza eccezionale altrimenti destinata solamente ai divers.

Le immersioni. Con circa 17 km di barriera corallina, Moalboal offre ai subacquei e snorkelisti innumerevoli siti d’immersione con spettacolari pareti che si inabissano fino a oltre 50 metri di profondità, colonizzate da ogni forma di vita e colore e una biodiversità come pochi altri posti al mondo. Questo è il regno delle madrepore, acropore, alcionari, ventagli di gorgonie, corallo nero, spugne policrome dalle più minute alle più gigantesche, anemoni e tanto altro ancora. Anche la fauna di barriera non è da meno, e contempla soggetti molto particolari come i pesci foglia, pesci ago, serpentelli, cavallucci pigmei, nudibranchi e pesci rana, ricercati soprattutto dagli appassionati di fotografia e videoripresa subacquea.

Con un campo d’azione così vasto e poche giornate a disposizione, ci siamo affidati all’esperienza dello staff del diving center del resort, sempre disponibili nell’elargire consigli e ad accompagnarci nei siti più interessanti di questa zona.

BASDAKO WALL  – KABAI WALL. Entrambi le immersioni si svolgono lungo una dorsale corallina chiamata genericamente “Wall”, caratterizzata appunto da pareti inabissate a quote irraggiungibili. C’è da rimanere sbalorditi per la ricchezza di vita di questi fondali. I coralli, in condizioni eccellenti, sono così fitti da occupare ogni spazio possibile. Accanto alle acropore e madrepore,  eleganti e bizzarre, si sono insediati crinodi di ogni forma e colore, gorgonie dagli enormi ventagli, alcionari gonfi come aerostati aggrappati alle correnti, tanto pesce di piccola taglia, mentre è assente il  pesce pelagico.

TONGO SANCT. Pochissimi minuti di barca dal resort ci separano da questo luogo magico. Una veloce vestizione e poi il tuffo nelle acque di questa barriera strepitosa, dove regnano sovrane le grandi gorgonie e i meravigliosi giardini di corallo che il padreterno ha lasciato in eredità nelle mani dell’uomo. Appena immersi ci accolgono nuvole di castagnole variopinte, microscopici pesci ago, colonie di anemoni con i consueti pesci pagliaccio, microscopici  granchietti che soltanto gli occhi allenati delle guide sanno scoprire e tante altre forma di vita.

PESCADOR ISLAND. Emerge dall’acqua questo fungo roccioso  ricoperto da una lussureggiante vegetazione, facilmente raggiungibile in dieci minuti di navigazione dalla costa. Giungiamo sul posto ma non siamo soli, semmai altre barche hanno già riversato decine di sub che invadono buona parte dei suoi fondali, ma che fortunatamente sono in fase di riemersione.

Scendiamo lungo un leggero declivio fino a raggiungere la parete che improvvisa si affaccia verticalmente nel blu. Qui i coralli hanno raggiunto forme e dimensioni  difficilmente descrivibili, sui quali si svolge la vita frenetica di moltissima minutaglia, fra cui cerniotte, pesci pappagallo, pesci farfalla, pesci palla, ecc. Sbalorditiva l a presenza massiccia di spugne a campana, a barile, a canna d’organo, e diffuse colonie di alcionari, mentre non è infrequente la comparsa di bait ball di  pesce azzurro, nelle quali si avventano giovani carangidi e altri predatori di piccola taglia.

SARDINE. Raccontare con le parole questa esperienza straordinaria è impresa ardua, poiché le emozioni vissute sono davvero grandi, e si percepiscono non appena si mette la testa sott’acqua, proprio davanti a Panagsama Beach. Le sardine sono là, tranquille come sempre da anni, generando un fenomeno conosciuto in tutto il mondo per la dimensione e la spettacolarità dell’immenso banco, che si estende incredibilmente da pochi metri fino anche a 30 metri di profondità.

Si muovono all’unisono, creando geometrie e figure che volteggiano e si muovono sinuose, cambiando sistematicamente e velocemente il ritmo e la forma ad ogni spostamento  del capobanco. Quando un corpo estraneo, pesce o uomo che sia, tenta di entrare nella grande palla, si apre un tunnel improvviso come quello di Stargate, oppure le sardine si disperdono per poi ricompattarsi immediatamente, arrivando ad oscurare la luce del sole. Semplicemente fantastico.

Siamo giunti al termine di questa straordinaria avventura alle isole Filippine, ma abbiamo ancora un’ultima tappa del nostro programma di viaggio che ci aspetta. Approfittando dello scalo a Singapore, infatti, avremo tre giorni di stop over per visitare la città. Una metropoli con tre milioni e mezzo di persone, ma pulita, ben organizzata e tantissime cose da vedere, a partire dai suoi grattacieli avveniristici che di notte illuminano la città, a decine di luoghi da visitare, tutti di grandissimo interesse turistico-culturale.

Torniamo in Italia estremamente soddisfatti, portando nel nostro zaino uno straordinario bagaglio di esperienze e di emozioni che non si potranno dimenticare. Ci sentiamo più ricchi nell’anima, perché intrisa dei sorrisi dei bambini, della felicità nei loro sguardi, della gentilezza della gente e  della loro dignità, seppure ovunque sia tangibile lo stato di precarietà e di povertà che regna in tanti villaggi e paesini che abbiamo attraversato.

Per tutto questo ritorneremo, per riabbracciare le persone che abbiamo conosciuto,  per incontrarne di nuove, e per scoprire luoghi altrettanto straordinari.

Renato La Grassa

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