Francesco Pirrone

FRANCESCO PIRRONE

La parola “apnea” racchiude un significato talmente personale e soggettivo che è difficile immaginarne una definizione universale. Fare apnea, infatti, non vuol dire soltanto trattenere il respiro. Vuol dire esplorare un universo sconosciuto, l’universo che è dentro di noi, quell’universo che ci distingue gli uni dagli altri.
L’apnea è, per me, la migliore attività per ristabilire una sintonia perfetta fra corpo e mente, sfruttando le grandi proprietà dell’elemento acqua. Quasi un ritorno alle origini se pensiamo che noi esseri umani trascorriamo i primi nove mesi di vita proprio in apnea immersi in un liquido, quello amniotico.
Il risveglio di alcune sensazioni innate, l’aumento della consapevolezza di se stessi e la scoperta del proprio respiro come strumento su cui agire sono tappe di un percorso costante e progressivo verso il prendersi cura di se stessi.
Oggi, quando penso alla parola “apnea”, mi vengono in mente termini come intimità, grazia, gentilezza ma anche forza, volontà, sacrificio.

Quando mi sono iscritto al primo corso Apnea Academy non avrei mai immaginato cosa stava per accadermi.

Proprio io che a stento riuscivo a scendere a pochi metri di profondità, mi ritrovo oggi, raggiunta quota 76 metri in assetto costante, testimone di un percorso di crescita personale e atletico che vorrei mettere a disposizione degli altri.
Nella mia strada ho avuto la fortuna d’incontrare alcuni fra gli insegnati migliori al mondo.

Ritengo importante mantenere attiva la pratica dell’apnea anche da istruttore, per questo motivo partecipo regolarmente a gare di apnea dinamica e profondità nei circuiti CMAS/FIPSAS e AIDA.

Le mie migliori performance ad oggi sono:

90 m NO LIMITS

82 m CWT

 181 m DYN,

150 m DNF.

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